
L’Unione Europea ha compiuto un passo decisivo per lo sviluppo del cloud e dell’intelligenza artificiale riconoscendo ufficialmente il Climate Neutral Data Centre Pact (CNDCP) come standard per la sostenibilità ambientale.
Durante la Presidenza polacca del Consiglio dell’UE, si è tenuto l’11 marzo 2025 un importante dibattito presso il gruppo di lavoro WP TELECOM sul futuro regolamento europeo sullo sviluppo del Cloud e dell’IA e la nuova politica comune sul cloud pubblico. Vero protagonista della discussione è stato il CNDCP, che ora viene riconosciuto come lo standard più alto per la sostenibilità dei data centre in Europa.
Cos’è il Climate Neutral Data Centre Pact?
Il Climate Neutral Data Centre Pact (CNDCP) è un’iniziativa volontaria nata nel 2021 che riunisce i principali attori del settore cloud e data centre in Europa con un obiettivo ambizioso: raggiungere la neutralità climatica entro il 2030.
Cosa vuol dire neutralità climatica?
Quando parliamo di neutralità climatica, ci riferiamo all’obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra (come la CO₂) prodotte da un’attività, un’azienda o un intero settore. Questo non significa necessariamente che non venga emessa CO₂, ma che le emissioni generate vengono compensate attraverso misure equivalenti.
Nel caso del CNDCP, i provider che aderiscono, si impegnano a ridurre l’impatto ambientale delle proprie infrastrutture digitali attraverso una serie di misure concrete, tra cui:
- l’uso esclusivo di energia da fonti rinnovabili,
- il miglioramento dell’efficienza energetica,
- il riutilizzo del calore generato dai server,
- una gestione sostenibile dell’acqua e dei rifiuti,
- la trasparenza nella comunicazione dei risultati.
A promuovere il patto sono le associazioni di settore CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe) e EUDCA (European Data Centre Association), in collaborazione con la Commissione europea.
Cosa cambia con questo riconoscimento politico?
Se il Climate Neutral Data Centre Pact è nato come iniziativa volontaria del settore privato, con il dibattito di marzo diventa ora una leva strategica per l’accesso a incentivi pubblici, come:
- crediti d’imposta;
- finanziamenti e sovvenzioni;
- partecipazione a programmi di carbon credit.
Il Patto, in pratica, non è più solo un impegno morale, ma un vero e proprio benchmark per ottenere vantaggi concreti nel nuovo quadro normativo europeo.
L’obiettivo? Allineare la crescita digitale con la sostenibilità ambientale.
Le sfide affrontate dall’UE
Nel dibattito sono emerse alcune criticità strutturali che l’UE intende affrontare:
- Accesso all’energia rinnovabile e potenziamento delle infrastrutture elettriche;
- Resilienza delle catene di approvvigionamento;
- Innovazione tecnologica insufficiente nel campo della gestione energetica dei data centre;
- Processi autorizzativi troppo lunghi e poco armonizzati tra gli Stati membri;
- Squilibrio geografico nello sviluppo dei grandi centri di calcolo ottimizzati per l’IA.
Le proposte in campo
L’UE propone un approccio integrato per accelerare lo sviluppo del cloud e dei data centre:
- Incentivi per le imprese che scelgono strutture sostenibili;
- Permessi “fast track” per progetti verdi;
- Investimenti in reti di telecomunicazione e fibra ottica;
- Collaborazioni pubblico-private, ad esempio tramite InvestEU;
- Iniziative educative per formare una workforce specializzata in AI e cloud;
- Supporto a iniziative per un’Europa digitale sovrana e sicura.
Sovranità digitale e sicurezza: obiettivi concreti
L’UE intende garantire che le applicazioni critiche, come sanità, finanza, difesa, si basino su cloud sovrano europeo, conforme alla direttiva NIS2 e dotato di certificazioni di sicurezza informatica.
Si punta a evitare il vendor lock-in, sostenendo provider europei anche attraverso un approccio Buy European negli appalti pubblici.
Un’opportunità unica per l’Europa
Il messaggio è chiaro: l’Europa vuole costruire una filiera digitale completa, che parta dai data centre sostenibili per arrivare fino ai servizi cloud, integrando innovazione, ambiente e sicurezza.
Il riconoscimento del CNDCP da parte del Consiglio dell’UE è un segnale forte: la sostenibilità non è più una scelta accessoria, ma una condizione essenziale per il futuro digitale del continente.
Vivacloud tra i protagonisti della sostenibilità digitale
In questo scenario europeo che guarda a un futuro più verde, Vivacloud si posiziona tra i protagonisti del cambiamento.
In quanto membri del CISPE, abbiamo aderito al Climate Neutral Data Centre Pact, condividendone pienamente la visione e gli impegni.
Per noi di FlameNetworks e Vivacloud, la sostenibilità non è solo un obiettivo, ma un valore concreto che guida ogni scelta tecnologica e infrastrutturale.
Dalla scelta di energie rinnovabili e data centre ad alta efficienza energetica, fino all’attenzione verso la riduzione dell’impronta ambientale complessiva, con ogni nostra azione ci impegniamo per offrire servizi cloud avanzati senza compromessi sulla tutela del pianeta, pienamente consapevoli della responsabilità verso le future generazioni.
Grazie al riconoscimento del Climate Neutral Data Centre Pact come standard, Vivacloud è, oggi più di ieri, sinonimo di innovazione sostenibile.